LA NASCITA DEL “FUMETTO NERO”
Diabolik, il “nero” borghese.
Le prime storie di Diabolik erano ambientate in Francia, nei quartieri malfamati di Marsiglia. Se si pensa alle origini di Diabolik legate ai personaggi francesi Fantomas e Rocambole, è abbastanza normale che sia stata scelta la Francia come teatro delle sue avventure. Le auto però sono americane come pure le divise dei poliziotti, un artifizio che lega la moda degli anni Sessanta per la Costa Azzurra al mito americano. Il porto della città è frequentato dalla malavita; c’è la pena di morte (tramite ghigliottina) e molti dei cognomi dei personaggi, soprattutto di quelli appartenenti alla nobiltà, sono di origine francese: dal Duca di Belmont ai conti Derasé a Esmeralda Radié. Lentamente, però, mentre si andava meglio delineando la fisionomia e il carattere dei protagonisti, anche l’ambientazione geografica è stata ridefinita, o meglio, sfocata. I tipici luoghi dove Diabolik vive e mette a segno i suoi colpi sono infatti Clerville e Ghenf, cittadine lacustri che presumiamo si trovino tra la Svizzera e la Francia. Il sapore di realtà e di precisione dei primi numeri si va perdendo, perché queste città presentano scenari diversi a seconda delle necessità della storia: una volta Clerville è sul lago, dove Diabolik è inseguito dalle lance della guardie costiera; una volta è costeggiata da un fiume non meglio definito, lungo la cui riva sono ormeggiati barconi che ospitano pensionati e indigenti; un’altra volta è fiancheggiata da colline, dalle quali Diabolik e la sua compagna sorvegliano la villa della loro prossima vittima; in altre circostanze ancora è circondata da montagne attraversate da ripide e tortuose strade, lungo le quali Ginko e i suoi agenti tentano sfortunati inseguimenti dei due criminali. Ghenf, percentualmente, compare meno spesso nelle storie di Diabolik e quasi sempre si scorge la sua collocazione sul lago, sede di eleganti ville e di lussuosi locali alla moda. Questo potrebbe farci supporre che si tratti del tipico luogo di villeggiatura del gran mondo, dove sono numerose le gioiellerie, non manca il casinò e la popolazione raddoppia nei mesi estivi. In questo quadro c’è un particolare che però sembra un po’ stridente: Ghenf ha un carcere, cosa che una cittadina tranquilla ed elegante non dovrebbe avere, perché la prigione porta necessariamente la presenza di criminali, di evasi che prendono ostaggi e di una malavita ben nutrita. Clerville è invece una grande città, che ha alcune caratteristiche della metropoli: ha una periferia con quartieri residenziali ed industriali, ma anche quartieri della malavita, dove si spaccia droga e lavorano le prostitute. Ma è anche una città moderna e ricca, non solo con una stazione, ma anche un aeroporto internazionale e con tutte le infrastrutture basilari: l’ospedale, che deve essere piuttosto grande se, in caso di arresto di Diabolik, è possibile addirittura riservagli un intero piano; il parco pubblico meta delle coppiette di innamorati in cerca di intimità e di malintenzionati che hanno bisogno di luoghi bui per aggredire ignare fanciulle, il museo e hotel lussuosi dai nomi più banali (Excelsior, Splendor). E Clerville non trascura neppure l’aspetto culturale, dal momento che, e questo è il lato che interessa maggiormente a Diabolik, spesso vi vengono organizzate mostre, esposizioni di cimeli rari ed altri avvenimenti che attirano ricche signore ingioiellate. Ha naturalmente scuole e collegi e un’elegante strada in centro dove si trovano bei negozi dove fare shopping. Clerville, però, a differenza di Ghenf, è anche una città dove vive gente normale, (non solo straricchi o esponenti della "mala"), perché non solo ci sono negozi di alimentari e supermercati, ma anche banche dove lavorano banali commessi e uffici con tranquille segretarie. Il giornale di Clerville, la Gazzetta e la TV tengono informata la popolazione dei principali avvenimenti di cronaca nera e rosa; la radio locale sembra invece trasmettere solo le notizie e i comunicati dell’ispettore Ginko. Infine, Clerville è un capoluogo di provincia, dato che le macchine sono targate CL, però non sembra dotata di un’autostrada, bensì solo di strade statali e provinciali; ed ha naturalmente il tribunale e il carcere attrezzato per le esecuzioni capitali, ma anche per accogliere delinquenti comuni. Ultimo particolare da non trascurare è la rete fognaria: chi conosce Diabolik sa che questa è la sua via di spostamento favorita, e che corrisponde esattamente al tracciato viario della città. Naturalmente Diabolik si serve delle fogne di ogni città dove deve fare un colpo, non solo per fuggire, ma anche per avvicinarsi al luogo del misfatto, sia esso un museo, una banca o una villa. Oltre ai due principali capoluoghi, esistono poi una miriade di paesini sperduti sulle montagne, vicini ad un non meglio definito confine, dove naturalmente i due criminali hanno un rifugio o, quanto meno, una via di fuga. Nonostante abbia in parte perso l’importanza che aveva nei primi numeri, nei quali alcuni suoi esponenti erano protagonisti delle storie, la malavita ha mantenuto un ruolo di primo piano all’interno del mondo di Diabolik. Le prime storie erano spesso ambientate nei bassifondi delle città (tra cui il porto di Marsiglia), dove si riunivano ladruncoli e falsari di cui Diabolik spesso si serviva. In quei primi numeri, gli esponenti della "mala" avevano le loro storie d’amore, si riunivano nei malandati bar del porto, si prestavano a nascondere dei poveracci nei guai (come nel caso di Gustavo Garian, che Diabolik fa credere colpevole di omicidio). Quando però il fumetto assume la fisionomia definitiva, la malavita cambia aspetto, diventando quasi un personaggio a sé. Non ci sono più i malavitosi stile Jean Gabin, ma dei piccoli professionisti del furto: lo stesso Diabolik si reca spesso nei quartieri malfamati per reclutare una banda di rapinatori in gamba. C’è poi la malavita organizzata dei trafficanti di droga, del giro delle prostitute o delle bische clandestine, che gravita però attorno a night club che fungono da copertura, ma che sono più raffinati di un "bar del gobbo", dove si esibiscono splendide ballerine. Della malavita dei primi tempi restano solo gli informatori della polizia, che rischiano la vita per pochi soldi, ma che costituiscono una preziosissima fonte di informazioni su furti, rapimenti e altri crimini. Naturalmente alla malavita come "ufficio informazioni" non ricorre solo la polizia, vi ricorrono spesso anche i boss, che vogliono sapere chi sta cercando di incastrarli, o Diabolik in prima persona, per sapere chi sono i responsabili di un colpo che stava progettando anche lui. La malavita di Clerville e Ghenf, insomma, non fa paura a nessuno. Tutti sanno dove si trova, quali sono i locali sospetti o i quartieri loschi. È una sorta di stato nello stato, dotata di proprie strutture e gerarchie, ma che puntualmente viene strumentalizzata dai protagonisti della saga per i loro scopi.