24.12.01
cairo-aswan
il traffico malsano del cairo è
rimasto sul delta.
le palme ci accompagnano verso aswan,
e il nilo scorre torbido
anche a natale.
auguri da sotto la sabbia.
25.12.01
aswan
spicchi di memoria incontrollati
si affacciano tra le dune
e l'occhio di iside mi appare
nella sua saggezza.
ho molto riflettuto sulle possibilità
di amarti
e nessun ostacolo si è frapposto.
tu nella tua stanza,
io nel mio infinito desiderio.
26.12.01
abu
simbel
nelle albe porpora
si riflettono gli umori del deserto
tutto tace tranne lo spirito di seth
- traditore della famiglia -
che ricopre l'alto egitto
con i suoi lamenti di peccatore.
noi, destatici quando
anche il nilo dormiva silente,
abbiamo attraversato
cieli illuminati.
le stelle sopra di noi
ci sfioravano il cammino
nel loro bagliore immobile.
ora semiaddormentati e riscaldati
da horus
barattiamo un sorso di fumo
sotto i limoni schierati,
sotto l'eterno sguardo protettore
di ramses.
giovani occhi d'oltralpe
nel loro modo indagatore
sognano le mie mani dentro camicette
di seta, profumate di zenzero,
ma il viaggio deve riprendere
e rischio di perdermi in cunicoli
troppo stretti,
sormontati da colonne antropomorfe.
29.12.01
luxor
carichi dei sapori della valle.
coperti della sabbia dei faraoni
e della bellezza conturbante di nefertari.
abbiamo assaggiato le spezie del
souk e
aspirato lo smog appiccicoso della
terra
di luxor.
dal groviglio delle strade si alzano
i clacson mentre sorseggiamo
placidamente tè e karkadè
domani ci aspettano le oasi
e il deserto bianco, dove i pensieri
si perderanno
nell'infinità spaziale.
30.12.01
deserto
bianco
ci accampiamo nel cuore del deserto
proprio all'imbrunire, quando le ombre si allungano sulla sabbia e vanno
ad accarezzare le dune. il cielo si taglia in due emisferi: da un lato
il porpora turchese del tramonto con il sole che scende lento, dall'altro
il rosablu del sopraggiungere della notte. all'improvviso, mentre sorseggiamo
sui tappeti l'ennesimo tè alla menta, si compie il quotidiano miracolo.
sorella luna sorge all'orizzonte scalzando una collina di roccia. il suo
colore rossastro riflette ancora le ultime luci di fuoco. ma ecco dietro
lei l'invidiosa venere anticipare l'arrivo dell'intero zodiaco. sorella
luna è al secondo giorno di pienezza ma, a differenza del cairo,
dove il cielo denso filtra ogni luce stellare, qui la sabbia color talco
si illumina livida e lascia trasparire ogni sensazione. mi sento scoperto,
vulnerabile, non posso nascondermi perché ormai è alta e
le ombre si sono accorciate, rimangono solo sagome diafane che si muovono
lentamente sul suolo polveroso. cammino insieme alle mie compagne legato
al loro calore. ma ognuno di noi percepisce la propria solitudine, il proprio
rapporto con l'infinito che ha di fronte. i miei pensieri si distaccano
finalmente dalla materia e possono vagare liberi sopra chilometri sterminati,
senza incontrare ostacoli, senza il limite della caducità umana.
nel momento in cui percepisci la tua nudità, il distaccamento dalla
corruzione della materia, allora rimane solo l'amore, il sentimento di
attaccamento per ciò che di naturale ti circonda.
31.12.01
oasi
di bahriya-cairo
nelle ultime notti mi sei apparsa
sotto forma di sognomiraggio,
cercando la tua pelle e il tuo respiro,
cercando la tua semplice presenza.
visione di qualcosa di bramato
e che genera un fugace sollievo.
01.01.02
cairo
ti immagino, nudità mattutina,
tra le tue mura di densità
quotidiana,
abbaglio dietro una nebbia opaca
ma felice, riflessa nell'eclisse
lunare.
placida e mobile come
lava rappresa, adagiata e tesa
sul pendio.
7.01.02
milano
il freddo di gennaio mi attanaglia,
ma ho nel cuore il vento caldo della
valle.
i volti dei compagni di mestiere mi
accolgono,
ma ho negli occhi i sorrisi impolverati
dei bambini cairoti.
per strada vedo passare lucide fuoriserie,
fermarsi agli stop e sgommare via,
ma ho nelle orecchie gli assillanti
clacson (usati al posto dei freni) di scassati taxi anni '60.
il cielo è cupo e impenetrabile
come sempre,
ma ho impresso nella pelle il riflesso
livido delle stelle del deserto che mi proteggevano nel sonno.
mangio una pizza "egiziana" in via
stendhal,
ma nello stomaco si muovono ancora
i postumi speziati di pasti frugali, consumati in luride bettole sulla
strada.
nel deserto, camminando senza meta
verso l'orizzonte, seguivo la mia traccia…
e questa è giunta fino qui.
sto tornando.
25.01.02
milano
l’eresia umana è la ricerca
di una compagnia, il più possibile simile al proprio essere (una
brutta copia insomma). la solitudine è ardente nei lunghi pomeriggi
invernali e genera orribili desideri. ma il desiderio umano non può
mai essere colmato, perché di materia corruttibile. solo ciò
che non viene bramato genera gioia. perciò non manco mai agli appuntamenti
che non do.