france.
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paris.
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Montmartre
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Siamo subito sinceri, dicendo che
l'hotel, pur passando per un tre stelle, è una topaia. Ma siamo
a Montmartre e questo basta. Più che altro pecca per le ristrette
dimensioni degli spazi abitabili. La pulizia e il servizio sono invece
più che accettabili. Ogni spazio è minimalista, dalla reception,
alla semi-hall arricchita di distributori automatici snack e bevande fredde,
un piccolo televisore appeso in un angolo e ben tre poltroncine... Le camere,
almeno quelle del quarto piano che corrisponde al sottotetto, sono dei
piccoli loculi dove entra a stento un letto ad una piazza e 1/2 e un piccolissimo
armadio laccato bianco. Ci hanno riferito che negli altri piani ci si riesce
anche a muovere. Nota di colore: la tappezzeria anche lungo le pareti,
per scaldare l'ambiente... Il bagno - con doccia - è in camera.
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un'altra
montmartre
già scendendo dal Metro di Château Rouge, e guardandosi intorno sulla banchina, si intuisce che almeno questa zona di montmartre è depurata di turisti. Siamo sul lato destro de la butte, in piena Africa. La percentuale di abitanti afro è del 90%. Le vie, che salgono verso la cima della collina, sono disseminate di negozi etnici. In particolare, rue Poulet, è la via dei parrucchieri, con extensions colorate e prodotti di bellezza in vetrina pubblicizzati da stupende ragazze color ebano. Non mancano chiaramente i bistrot, frequentatissmi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Negozi di antiquariato e rigattieri. Qualche galleria-laboratorio di giovani artisti. Il Sacro Cöer è poco più su, un paio di rampe delle famose scalinate art-decò. Il brulichio di Place du Tertre, e i negozietti di gadgets turistici vicino alla fermata di Abbesses, fortunatamente molto lontani. |