Centro
storico
Svanire
In
un abisso di maleodoranti pensieri
In
un tormento di sogni putrefatti
In
un incubo verde smeraldo
Affondare
Dentro
un groviglio di corpi tumefatti
Dentro
un brulicare di cuori raggrumati
Dentro
un torrente rosso sangue
Dileguarsi
Nella
schiuma corrosiva di una palude
Sciogliersi
come un estatico verme
devoto
a riti pagani,
a religioni blasfeme
Rinunciando
a essere materia
Abdicando
alla logica dell'esistere
In una tempesta
Rapida
nel flagellare monasteri
e
ipermercati mistici
Gettarsi
Partendo
da un dolce trampolino
sulla
sommitą di una terrazza
del
centro storico adibita
a
sbarazzarsi di indesiderati
visitatori
da lanciare nel
vuoto
in pasto ai pescecani
del
centro storico sempre in
agguato
tra i mesti portici
Disintegrarsi
Gustando
la gioia ineguagliabile
di
un volo in orbita
Aspirando
ad annullarsi
per
farsi nuvola, aria,
nembo
Sguazzando
sotto forma di
variopinte
particelle intercambiabili
nel
fungo prelibato di un
olocausto
nucleare,
non pił
cittadino
entitą anagrafica
Da
voi ritornare rinato
risorto
redento finalmente
indossando
una camicia nuova
che
l'esplosione atomica non ha sciupato
ripulito
dalla polvere radioattiva
di
nuovo padrone del mio superio
Da
voi fuggire ancora
una
volta di pił disgustato
e
annoiato dal vostro
prevedibile
rigetto,
ammantato
di
buone intenzioni viola sorrisi
E
rientrare,
stanco ma
soddisfatto,
nell'inferno
tanto
rimpianto,
focolare gradito
per
assopirsi tra purpurei tendaggi
e
tappeti dorati,
godendosi
infine
il meritato supplizio
