federico mataloni. | Giovane
teenager newyorkese, faccia e atteggiamento WASP, erede di B.E. Ellis?
Secondo la Pivano, sì. Ma si sa che la buona Fernanda viene pagata
dalle case editrici per scrivere i flag di copertina dei libri più
trendy…
Classe 1984, Nick McDonnell ha pubblicato 12 negli USA (Grove Press) alla ridicola età di 17 anni (anticipando di tre il maestro, quando fece uscire Less than zero). Il contesto è molto simile: fighetti upper class firmati di tutto punto, playstation, mcdonalds, scuole private, mercanteggio di sesso e molta molta cocaina - anzi twelve -, eh sì, perché 12 è il nome della nuova droga sintetica spacciata dal protagonista, Mike White (Bianco, da non confondersi con gli spacciatori niggers di Harlem). Novello Holden, attraversa la città
da un cliente all'altro a bordo di taxi, pensando al futuro (ha appena
terminato la High School) con la tranquillità economica di uno spacciatore
a Manhattan.
Nick scrive sicuramente bene… la stesura è fluida, riesce a mantenerti attaccato alla storia senza cali di tensione. Inserisce i tasselli quando meno te lo aspetti, per far collimare le storie dei vari protagonisti, come se ci muovessimo in un giallo, molto molto più cupo. Siamo di fronte ad un noir psicologico. Utilizza il gergo dei propri coetanei e scava in profondità negli animi dei personaggi. All'interno dell'intreccio compaiono isole di flashback utili alla loro caratterizzazione - espediente già affrontato da Ellis e graficamente identico (utilizzo del corsivo). Divorando le pagine capisci che tutto ha un disegno: un incontro fortuito, una telefonata, un pomeriggio trascorso a fare shopping. E i nodi si sciolgono nel finale truculento. Mike si muove attraverso i propri coetanei come un fantasma lontano dalle loro vite - pur essendo lo spacciatore, è l'unico che non si fa (Ami il potere che ti deriva dall'essere sempre sobrio in mezzo a gente sballata). È l'osservatore distaccato di una generazione allo sfascio, ma allo stesso tempo è anche l'ingranaggio che produce schizofrenia dilagante. Sparge la propria droga e si ritrae nella propria solitudine ed incomprensione, lasciando che le persone intorno a lui cadano una dopo l'altra. Leggendo un po' di giovane letteratura
made in usa è davvero inquietante come il tema ricorrente
sia l'ultraviolenza e la deriva delle nuove generazioni. L'edonismo reganiano
dei mitici anni '80 (mitici perché avevamo sedici anni) ha prodotto
uno squarcio sempre più insanabile tra la ristretta classe governativa
e l'idiot nation (come la definisce Michael Moore) - 200 milioni
di persone segregate nella propria ignoranza, il cui unico mezzo di rivalsa
è armarsi e combattere.
Tornando a 12, l'unica consolazione è che Spielberg non ne trarrà sicuramente uno dei 15 film in cantiere. No scherzo, leggetelo… magari sotto l'ombrellone quest'estate e poi fatevi un bel bagno rinfrescante, per placare la nevrosi… |
12. di Nick McDonnell
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Può
essere considerata una forza mantenersi fedeli a dei valori? No, decisamente
no.
Perché in realtà, quando ti chini sull'inginocchiatoio, stai semplicemente facendo un pompino a Dio. |
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Vi chiedo di alzarvi e di osservare un minuto di silenzio per gli studenti morti... E adesso vi chiedo di osservare un minuto di silenzio per gli studenti che li hanno uccisi. |
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Ti svegli al mattino, e la neve sta già scendendo, oppure c'è luce fra i palazzi dove arriva il sole, ma è buio dove cadono le ombre - e allora si tratta solo di volere. Che cosa vuoi? Perché se non vuoi qualcosa, non hai nulla. Non hai ormeggi. Sei spazzato via e seppellito sotto la neve e le ombre. E quando, in primavera, la neve si scioglie, nessuno si ricorderà dove sei morto congelato e sepolto - e non sarai più da nessuna parte. |